martedì 21 febbraio 2017

[Racconto breve] Make America frightened again.

Riapro gli occhi rantolante e singhiozzante.
I lividi sul braccio dolgono come se fossi stato calpestato da un elefante, gli ematomi e il sangue incrostato sul mio volto devono avermi dato un aspetto orribile.
Maledetti, perchè a me, proprio a me? Come hanno osato?!
Un bagliore improvviso risplende: qualcuno ha aperto la cella.


<<Bene bene, cosa abbiamo qui?>>
Una sagoma indistinta, scura controluce, non vedo altro. I miei occhi si son disabituati alla luce, non riesco a tenerli aperti.
D: <<Liberatemi, per Dio!>>
<<Ah, un credente! Abbiamo un "vecchio modello", dunque! Assurdo, credevo fossero tutti estinti dopo La Guerra>>

<<E invece, generale, pensate un po'!>>
Aggiunge una voce gracchiante e quasi divertita.
<<Eheh, non mi stupirò mai abbastanza... Dunque, maschio, flaccido e per giunta impotente, secondo questa cartella. Ma che bel quadretto di inutilità fatta a essere vivente>>
D: <<Essero umano! Sono un essero umano!>>

<<Oh no, voi non lo siete, non più, da quando quella che conoscevate come Umanità è stata sostituita da una selezionata e perfezionata anche per vie genetiche, tendente all'eccellenza in ogni sua forma, etica, estetica e...sì, pure riproduttiva. Voi non siete che uno scarto, oramai, fosse per me neanche meritereste di vivere.>>

Note di scherno e ribrezzo nella sua voce così fastidiosa, così impertinente. Sento la collera crescere in me e fuoriuscire come caffè da una moka.
D: <<Voi non sapete chi sono io, inutile bastardo!>>
<<Invece lo sappiamo benissimo>>
La voce è asettica, anafettiva, priva di ogni briciola di tolleranza, compassione o umanità.
<<Il malato colorito arancione della cute sta svanendo, ma la cura ha effetto troppo lento. Raddioppate la dose di farmaco X2P3H per gli esperimenti da eseguire nei prossimi giorni: per adesso tenetelo in vita, credo possa ancora servirci>>
Le sue parole sono artigliate nella realtà ed inizio a provare un sentimento gelido e ancestrale, che sale lungo tutta la spina dorsale.
<<Come desiderate, generale, sarà fatto>>
Terrore.

Percepisco la figura arretrare e chiudere la porta, che assicura con uno scatto metallico del chiavistello.
D: <<V-vi prego...Io...Sob...Voglio solo tornare a casa...>>
Mi risponde la voce del generale da oltre la porta.

<<Ma questa E' la vostra nuova casa, Signor Trump. O forse sarebbe meglio dire...la vostra recinzione>>

Nessuno sente il mio lancinante urlo.

O nessuno vuole sentirlo.






[Zion]

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